Nonna Ciambella

Mi mancano tanto i miei nonni. Mi ritrovo spesso con la testa sognante, persa nelle loro risate o nelle loro espressioni. Ho sempre condiviso con loro gran parte delle mie giornate, soprattutto da piccola, quando la mamma lavorava e si passava il tempo dai nonni. Sono letteralmente cresciuta con loro! La cosa incredibile è che mi ricordo fortissimo il loro profumo. Nonna sapeva di buon cibo preparato con amore, di zucchero caramellato e di scorza di limone mentre nonno odorava di legno fresco e acqua di colonia! Quando il loro ricordo si fa intenso mi metto in cucina e inizio a preparare i dolci che sanno di nonni! Conservo ancora la vecchia agenda su cui la nonna scriveva le sue ricette con quella calligrafia da bambina di quarta elementare! E’ accogliente sfogliare quelle pagine ingiallite, con qualche macchia di unto, dove ai bordi ci sono le riflessioni e le correzioni di chi i dolci li faceva a suo gusto! La mia preferita in assoluto è la ciambella che a casa per noi era e Zamblò se la facevi dalla forma indefinita e lunga, oppure la Brazadèla se la facevi tonda in teglia. E’ uno di quei dolci che mi fanno sentire a casa ovunque io sia.

Leggerne la ricetta da quell’agenda è come ascoltare la mia nonna mentre me la racconta.

Noni mi dai la ricetta della ciambella?

Oi fet scurs, a t’la dèg sicura! / Fatti discorsi te la do sicuro!

Tai met una sèsla ad farèna / Gli metti una sessola di farina

Du pogn ad zoccar / due pugni di zucchero

Do guciaredi ad strott…t’ai pu mettar necca e butir mo no ai mitimia e gras de porc parchè un’s gustéva gnit / due cucchiaiate di strutto…gli puoi mettere anche il burro ma noi gli mettevamo il grasso del maiale perché non ci costava niente

Tre uvadèn / tre uova medie

La gossa d’un mèz limon grate / la buccia grattugiata di mezzo limone

Una bòsta ad cla porbia cla fa crèssar / una bustina di lievito chimico

E un bichir ad lat par murtèla / e un bicchiere di latte per amalgamarla

Ta la met in te foran e pu quend c’lè cota ta la chev! / la metti nel forno poi quando è cotta la cavi!

Quante volte ho fatto e rifatto questa benedetta ciambella! E tutte le volte aggiungevo, toglievo, pesavo e scrivevo ma niente, non veniva mai uguale alla sua!! Adesso, se già dalla sveglia al mattino la mia nonna mi gironzola per casa e tra i pensieri, mi metto in cucina, apro la sua agenda con la sua ricetta e ripeto i suoi gesti con il cuore che batte forte e il sorriso in faccia. Seguo tutti i passaggi con la gioia e la leggerezza nell’anima che solo l’amore può dare. Mi godo ogni singolo passaggio, la farina sulle mani, il profumo della scorza del limone, l’energia del cucchiaio di legno che mescola…la guardo nel forno crescere e, quando si colora di ambra e caramello la tolgo e me ne taglio una bella fetta bollente. Mi faccio un caffè e, a occhi chiusi, inizio a mangiarla respirando a pieni polmoni il suo magico profumo! E niente…sono a casa!

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Il Signor spumino e la moda!